Negli Stati Uniti è stato individuato il primo super batterio resistente a tutti gli antibiotici.

Isolato nell'urina di una paziente, è immune alla colistina, ultimo baluardo contro i microbi che sopravvivono alle altre terapie. Siamo entrati nell'era post-antibiotica?

Il giorno tanto temuto dai microbiologi americani è arrivato: le autorità sanitarie statunitensi hanno segnalato, giovedì 26 maggio, la presenza sul loro territorio del primo caso di un super batterio resistente ad ogni antibiotico conosciuto.

Nell'urina di una donna di 49 anni della Pennsylvania è stato infatti isolato un ceppo di Escherichia coli immune alla colistina, "l'ultima spiaggia" degli antibiotici, una sostanza utilizzata per annientare i batteri più difficili da neutralizzare. La colistina è fondamentale nel trattamento dei cosiddetti nightmare bacteria, i "batteri incubo" dal nome scientifico di CRE (batteri resistenti ai carbapenemi), che uccidono il 50% di chi viene contagiato, e si trasmettono soprattutto negli ospedali. La paziente statunitense sembra rispondere bene ad altri antibiotici, ma la preoccupazione degli scienziati è che il gene mcr-1, che rende quel batterio resistente alla colistina, possa trasmettersi ad altre specie batteriche che hanno già sviluppato resistenza ad altri trattamenti. È la prima volta che un ceppo batterico resistente alla colistina viene isolato negli Stati Uniti: la paziente, per giunta, non usciva dal territorio USA da almeno 5 mesi. Le infezioni delle vie urinarie sono molto frequenti nelle donne dopo una certa età e molto spesso sono asintomatiche e non necessitano di un trattamento specifico. Questo caso sembra essere diverso oltra al fatto che non sembra esserci una cura adeguata.

A novembre del 2015, batteri resistenti alla colistina erano stati isolati nei maiali (spesso purtroppo trattati con questa sostanza), nella carne cruda di maiale e in un piccolo numero di persone in Cina.

Nei mesi successivi sono stati riportati casi anche in Europa, Africa, Canada e Sud America. «La fine della strada degli antibiotici non è molto lontana», ha commentato amaro Tom Frieden, direttore dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani.

Pertanto, l’unica strada per difenderci in futuro da infezioni gravi sarà la prevenzione. Non tutti sanno che la via più veloce di trasmissione dei germi e virus sono le mani. E’ assolutamente importante lavarsi bene le mani ogni qual volta si viene a contatto con persone che possono essere portatrici di malattie infettive soprattutto quanto si fa visita a un proprio caro in ospedale.

Purtroppo, questa situazione si è anche creata per l’uso smodato e incontrollato degli antibiotici in passato. Questo ha permesso ai batteri di sviluppare delle “difese” proprie e diventare resistenti di volta in volta a sempre un maggior numero di molecole.

Speriamo che la ricerca in questo ambito possa scoprire terapie efficaci ad eventuali nemici che possono, al momento, sembrare imbattibili.

 Dott. Gian Luca Milan