apparato urinario femminile

L’urina è prodotta dai reni e raggiunge la vescica attraverso due “tubi” che si chiamano ureteri (uno per ciascun rene). L’urina si accumula in vescica da dove viene emessa all’esterno attraverso un altro tubo che sia chiama uretra. La “guarnizione” che permette il riempimento e lo svuotamento della vescica è un muscolo chiamato sfintere. La vescica con il suo sfintere funzionano correttamente se adeguatamente ancorati ai loro legamenti e muscoli.

L’incontinenza urinaria si definisce come una perdita involontaria di urina attraverso le vie naturali tale da determinare una limitazione della vita di relazione della paziente.

Nell’immaginario comune l’incontinenza urinaria rappresenta un fenomeno assai fastidioso ma molto spesso viene “accettato” come una situazione parafisiologica legata soprattutto con l’avanzare dell’età e come conseguenza di un altro fenomeno naturale che è il parto. Tuttavia, varie sono le forme di incontinenza con cause diverse e molto spesso rimediabili con un impatto sulla qualità di vita del paziente molto alto.

L’incontinenza urinaria da sforzo consiste nella perdita di urina che si manifesta quando la paziente compie qualche sforzo (colpi di tosse). Le cause sono dovute all’indebolimento dei legamenti che sostengono l’uretra oppure a malattie che colpiscono la “guarnizione” deputata a trattenere l’urina. Le cause che determinano l’indebolimento dei legamenti sono: l’età , la menopausa, i parti (specialmente se multipli e con feti di grosse dimensioni), precedenti interventi ginecologici.

Le cause più importanti che determinano invece un danno allo sfintere (guarnizione) sono il diabete e le malattie neurologiche

L’incontinenza da urgenza è una forma di incontinenza che si manifesta con uno stimolo impellente di urinare. La paziente avverte uno stimolo intenso senza riuscire a bloccarlo. L’urina in questo caso fuoriesce nonostante il tentativo di trattenerla. Le pazienti sono molto limitate da questo disturbo e qualsiasi loro spostamento è vincolato dalla presenza di un bagno disponibile dove poter urinare in caso di necessità. A differenza dell’incontinenza da sforzo diverse sono le cause responsabili e vanno da semplici irritazioni o infiammazioni della vescica fino a tumori pericolosi per la vita che richiedono trattamenti aggressivi. Per questo motivo il disturbo deve essere sempre studiato con attenzione escludendo tutte le possibili cause.

Nell’incontinenza mista le pazienti sono affette da entrambi i disturbi sopradescritti.

Molto spesso le donne dopo una certa età vanno incontro al prolasso degli organi pelvici. Il prolasso è un “cedimento” dei legamenti che sostengono gli organi presenti nel bacino (uretra, vescica, utero e retto). Il cedimento dei legamenti che sostengono l’uretra determina prevalentemente incontinenza da sforzo. Se il cedimento dei legamenti è più grave può comparire l’abbassamento della vescica (cistocele), dell’utero (isterocele) o del retto (rettocele). Esistono casi in cui cedono contemporaneamente tutti questi sostegni per cui si parla di prolasso genito-urinario completo.

Nell’incontinenza da sforzo gli esami diagnostici sono necessari solo nel caso in cui alla visita si riscontri la presenza un prolasso vescicale. In questo caso la risonanza magnetica aiuterà a scegliere la terapia chirurgica corretta.

Nella incontinenza da urgenza la diagnosi deve escludere inizialmente malattie della vescica (come il tumore, e i calcoli) e solo dopo si eseguirà l’esame urodinamico che, come l’elettrocardiogramma per il cuore, è capace di registrare le contrazioni della vescica verificando la presenza di eventuali contrazioni anomale che sono responsabili dei sintomi. In molti casi l’urgenza minzionale e l’incontinenza da sforzo sono dovuti al prolasso della vescica

Nella incontinenza da sforzo esistono dei farmaci capaci di aumentare la “forza di contrazione dello sfintere”. Tali terapie sono efficaci ma solo per periodi limitati di tempo e il disturbo di solito si ripresenta dopo un breve periodo. A questo punto la soluzione più efficace consiste nell’intervento chirurgico che consiste nel posizionare una “retina” artificale tra la vagina e l’uretra in modo da bloccare la “discesa” patologica dell’uretra quando la paziente compie degli sforzi. L’intervento dura all’incirca 30 minuti e la paziente viene dimessa il giorno successivo. Il 90% delle pazienti risolve totalmente il problema incontinenza e nella restante parte lo migliora notevolmente.

La terapia della incontinenza da urgenza prevede l’uso di farmaci che riducono le contrazioni involontarie della vescica (farmaci anti-muscrinici).

Se la causa dell’incontinenza da urgenza è il prolasso della vescica la terapia di scelta è l’intervento chirurgico di correzione del prolasso vescicale che consiste nel fissare la vescica alle ossa del bacino con due “reti artificiali” (colposacropessia). L’intervento si esegue sia attraverso un piccolo accesso addominale oppure in videolaparoscopia (cioè attraverso tre buchi sull’addome). Riportando la vescica nella sua posizione originale scompaiono i disturbi. Questo intervento corregge il deficit di tutti i legamenti degli organi per cui è capace di correggere anche l’eventuale coesistenza del prolasso della vagina e dell’utero. In una piccola percentuale di casi può comparire una incontinenza da sforzo prima non esistente o può permanere un certo grado di incontinenza, in questo caso si ritorna all’indicazione alle retine sottouretrali

 Dott. Gian Luca Milan

 

Immagine copyright depositphotos\pixdesign123