ipertrofia prostatica e sport

Molti atleti abbinano la corsa alla bicicletta per minimizzare il rischio di infortuni o di recidive di infortuni. Notoriamente la bicicletta è considerata uno sport molto meno traumatico della corsa e ciò è indubbiamente vero.

Andando avanti con l’età però si scopre sorprendentemente che questo non è poi una verità assoluta; le statistiche infatti dicono che esistono praticamente pochissimi ciclisti professionisti che hanno dovuto interrompere la loro attività a causa di infortuni (quasi sempre rovinose cadute), mentre sono molti i top runner che hanno vista stroncata una carriera da microfratture, dolori ai tendini ecc. Se si esaminano le statistiche degli over 50, si scopre invece che la bicicletta non è poi così tanto favorita. Infatti non pochi sono i ciclisti amatori over 50 che hanno dovuto smettere per: dolori alla schiena, dolori alla cervicale, dolori al ginocchio. Molti sono coloro che smettono in seguito a traumi da caduta; infatti con l’età i riflessi sono rallentati e una caduta che in un giovane atleta ben allenato non causa conseguenze in un ciclista attempato, poco reattivo e in sovrappeso può avere conseguenze disastrose.

Il runner over 50 spesso è invece inossidabile: probabilmente la scrematura che si è avuta fra i 40 e i 50 anni ha portato a quest’ultima età solo i runner più resistenti, una specie di selezione naturale.

Nei ciclisti over 50 esiste poi un problema non indifferente, quello della prostatite da ciclismo, sottolineato da diverse ricerche. L’ingrossamento benigno della prostata (IPB) è un problema che colpisce tutta la popolazione maschile; in genere si consiglia l’attività fisica, ma spesso si trascura di dire che il ciclismo è controindicato. La controindicazione nasce proprio dalla pratica amatoriale. A livello professionistico non si hanno riscontri di danni alla prostata. Si pensa che ciò sia dovuto alla giovane età, all’allenamento corretto, all’assenza di sovrappeso e all’impiego di mezzi adeguati.

Nel ciclista amatore (o nel runner che si dedica alla bicicletta) l’età è un fattore aggravante. Se molti ciclisti sanno che esistono appositi sellini, molti sportivi usano invece mezzi decisamente poco protetti. Il sovrappeso è poi un fattore decisivo, sottovalutato da chi pensa di dedicarsi alla bici anziché alla corsa proprio perché ha chili di troppo (per chi è in netto sovrappeso lo sport migliore è il fitwalking, magari in salita).

Inoltre il ciclismo e la mountain bike che, sia per la posizione che si assume sul sellino, sia per i sobbalzi soprattutto su percorsi accidentati possono avere ripercussioni negative sul benessere maschile fino a diventare un potenziale fattore di rischio per la disfunzione erettile. Lo stesso vale per l’equitazione e il motocross che per i continui sobbalzi e microtraumi che si ripetono nell’area del perineo possono avere effetti negativi sul benessere dell’apparato sessuale e riproduttivo maschile.

In linea di massima fra le attività sportive più indicate per chi ha problemi di erezione o soffre di patologie prostatiche ci sono il jogging e il trekking che, se praticati con moderazione, sono attività aerobiche che consentono quindi di favorire il miglior funzionamento del cuore e dell’apparato respiratorio. E il nuoto, che migliora significativamente la resistenza allo sforzo, la frequenza cardiaca e il ritmo della respirazione. Anche la palestra può andar bene, alternando sedute dedicate alle performance di cuore e polmoni (attività aerobiche), allo stretching e agli esercizi di rilassamento, con attività dedicate al potenziamento dei muscoli. Anche il golf, l'attività aerobica che non richiede sforzi fisici particolarmente intensi e concentrati, non ha particolari controindicazioni.

 

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