Covid-19 e danno renale
Il virus SAR-COV-2 (COVID-19) è un virus che ha sconvolto negli ultimi mesi i sistemi sanitari di tutto il mondo e l’OMS ha dichiarato questa infezione come pandemica. L’osservazione e l’esperienza clinica porta all’attenzione scientifica le sequele che tale malattia infettiva può causare nei pazienti colpiti dove il danno nei pazienti affetti da tale malattia sia in fase acuta sia dopo la guarigione può colpire non solo l’apparato respiratorio ma anche altri organi o apparati quale quello renale.
Coronavirus trasmesso da urine e feci: conferma dalla Cina
Il 9 gennaio fu identificato l’agenza eziologico di una nuova malattia. Si trattava di un nuovo coronavirus chiamato ufficialmente SARS-CoV-2 . Come ormai tutti sanno la trasmissione di questo virus ha avuto carattere planetario e, pertanto, si parla di pandemia. La malattia determina un’infezione del tratto respiratorio superiore e del tratto intestinale.
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Fertilità maschile: prevenzione attiva
La riduzione della fertilità maschile negli ultimi anni ha portato la comunità scientifica ad affrontare il tema dell’inquinamento ambientale. Sembra che rispetto a circa 50 anni fa la qualità del liquido seminale sia diminuita (50% in meno del numero degli spermatozoi). Questo produce un aumento delle coppie che non riescono a procreare. L’ambiente in cui si vive, gli stili di vita e il contesto sociale sono tutti fattori negativi per la procreazione.Se parliamo di ambiente non possiamo trascurare l’inquinamento.
Terapia antibiotica delle infezioni prostatiche
Uno dei dilemmi più comuni per noi urologi è il trattamento antibiotico delle infezioni acute o croniche della prostata (prostatiti acute e croniche). Normalmente, gli antibiotici per raggiungere le secrezioni prostatiche e i condotti prostatici devono attraversare i capillari epiteliali e prostatici. La difficoltà nel trattamento di queste affezioni risiede nel fatto che tale diffusione è ostacolata dalla presenza di vasi capillari poco permeabili ai farmaci. Inoltre, l’assenza di meccanismi di trasporto attivi nell’epitelio prostatico rende difficile molto spesso riuscire a creare una concentrazione attiva di farmaci per debellare i batteri presenti nel parenchima di questa ghiandola. Pertanto, per raggiungere il tessuto prostatico o le secrezioni prostatiche, in concentrazione sufficiente da produrre un effetto farmacologicamente attivo, l’antibiotico che scegliamo deve possedere determinate caratteristiche: da un lato deve essere quello giusto per combattere i germi e dall’altro deve poterci arrivare nelle concentrazioni adeguate e deve poter agire in un tempo sufficiente.
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