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Il 9 gennaio fu identificato l’agenza eziologico di una nuova malattia. Si trattava di un nuovo coronavirus chiamato ufficialmente SARS-CoV-2 . Come ormai tutti sanno la trasmissione di questo virus ha avuto  carattere planetario e, pertanto, si parla di pandemia. La malattia determina un’infezione del tratto respiratorio superiore e del tratto intestinale.

La gravità di queste condizioni è variabile da individuo ad individuo. Si passa da totale asintomatologia, a banale raffreddore fino a sindromi respiratorie gravi come la SARS (sindrome respiratoria acuta grave).

La modalità di trasmissione del virus è principalmente aerea attraverso la saliva e l’aerosol  delle secrezioni delle vie aeree superiori veicolati da tosse e/o starnuti.

Seconda modalità di trasmissione avviene per contatto attraverso strette di mano e toccando con le mani contaminate le mucose di bocca, naso e occhio.

Altra modalità di trasmissione e quella oro-fecale: l'aerosol prodotto da feci e urine è stato riconosciuto come metodo di trasmissione della COVID-19, l'infezione scatenata dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2).

Pertanto, poiché il nuovo coronavirus può essere isolato nelle feci e nelle urine, si dovrebbe prestare attenzione all'aerosol o ai contatti causati dall'inquinamento fecale e delle urine nell'ambiente. Nel 30% delle feci dei pazienti si è individuata la carica virale di SARS-CoV-2. Tuttavia,  la relazione tra la presenza del virus e il rischio di trasmissione sia stata considerata ancora incerta.

Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC americano) pur avendo riscontrato la presenza del coronavirius SARS-CoV-2 in sangue e feci hanno posto dei dubbi se altri fluidi dell’organismo non respiratori (vomito, urina, latte materno o sperma) di una persona infetta possa contenere carica virale infettiva.

Sappiamo che il nuovo coronavirus contiene l’80% del  proprio patrimonio genetico col il coronavirius responsabile della SARS (severe acute respiratory syndrome). In questo caso la trasmissione urinaria o oro fecale era già stata messa in evidenza: nel 2003 centinaia di persone di un  complesso residenziale di Hong Kong furono infettate dalla SARS attraverso i flussi di aria calda provenienti dai bagni.

L'OMS, il Ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità, in considerazione della trasmissione prevalentemente attraverso le goccioline espulse dalla bocca quando si tossisce, starnutisce  raccomanda di ridurre i contatti sociali (mantenendo almeno un metro di distanza dagli altri) ed evitare luoghi affollati, dove la trasmissione sarebbe agevolata.

La trasmissione oro-fecale, benchè sia ancora in dubbio,  ci obbliga ad adottare, comunque, una estrema  pulizia e disinfezione dei servizi igienici.

L’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’0,5% (candeggina).

Dott. Gian Luca Milan

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